Si sono incontrati
per la prima volta in uno di quei crocevia di lacrime, paure e speranza. Loro
due, soli, lontani e piccoli… Due sconosciuti, fermi una di fronte all’altro…
Lui era coraggio. L’energia vibrava dentro ogni cellula del suo corpo,
perché lui era un nucleo di forza… Si sentiva nei suoi silenzi, si poteva
toccare nelle sue mani e si vedeva nei suoi sguardi. Quella
forza era tutto ciò che lei poteva sentire.
Lei era fede. Aveva fede nella verità, fede nella bellezza e nel tocco
delle sue stesse mani segnate da rigidi calli. Dietro la malinconia del suo
sorriso c’era qualcosa che guariva. Quella luce era tutto ciò che lui poteva
vedere.
Cosi, fragili e veri,
sconosciuti ma sempre più insieme, andavano uno verso l’atra. Perché lui aveva
bisogno di questa luce e lei più di qualsiasi altra cosa di questa forza.
Si sedettero vicini…
a gambe incrociate, a scambiare sguardi dello stesso dolore e respiri dello
stesso sogno.
Lui: Coraggio! Lei:
Fede.
-
Ma in
quale lingua ci parliamo, anima bella? –
-
In tutte
e nessuna… Forse nella lingua dei silenzi? –
Oppure nella lingua
dei sorrisi e delle lacrime. Come un neonato che sorride quando è felice e
piange quando ha bisogno di qualcosa… Possiamo anche tornare indietro nel
tempo, anima bella, e parlare le lingue
antiche. Poi c’è la lingua delle stelle… La lingua delle stelle è facile, assomiglia a quella degli occhi, si
scambiano parole di luce.
-
E noi?
Noi, anima bella, in quale lingua ci parliamo noi? –
-
In tutte
le lingue e nessuna! –
-
Tutte e
nessuna! –
Si scambiarono parole
nuove. C’erano parole nuove nei silenzi e nei sorrisi. Negli sguardi, parole
nuove.
E con parole nuove
si chiesero cosa fossero loro due insieme…
Sconosciuti? Diversi?
Stranieri? Dimenticati e ritrovati?
Ma lui sapeva già
tutto di lei. Lei era Fede. Nata in un angolo lontano della terra dove la pelle veniva baciata dal sole, sempre.
Aveva viaggiato, sognato e si era
fermata li, in quel crocevia di nuove vite e mille sogni. E qualche
volta si sentiva ancora sola, lontana e piccola.
E lei sapeva già
tutto di lui. La sua pelle era stata sfiorata da mille venti. Lui era Coraggio.
Aveva viaggiato, osato, e si era fermato li, in un bivio di mille scelte e un
via vai di mondi che si incontrano. Ancora, certe volte si sentiva come lei: piccolo e solo.
Erano li insieme adesso…Seduti vicini, a gambe incrociate.
Sconosciuti ritrovati, stranieri ugualmente diversi, ugualmente strani.
Due anime belle.
In poco tempo e poco spazio, tutto si era fermato. C’era il silenzio di
una nuova dimensione. L’inizio..
…
Nuovo cielo, nuova luna. Non vi
furono più angoli remoti della terra
da quando si sono incontrati... Divennero profumi che si fondevano. Il
profumo del sole nella pelle di lei e il profumo del vento nella pelle
di lui... Fuori, il mondo, il tutto, era lontano e piccolo. Avevano creato un nuovo universo in quel vecchio crocevia.
L’universo creato da un incontro d’anime. Due anime che non parlano la stessa
lingua ma tutte e nessuna.
da quando si sono incontrati... Divennero profumi che si fondevano. Il
profumo del sole nella pelle di lei e il profumo del vento nella pelle
di lui... Fuori, il mondo, il tutto, era lontano e piccolo. Avevano creato un nuovo universo in quel vecchio crocevia.
L’universo creato da un incontro d’anime. Due anime che non parlano la stessa
lingua ma tutte e nessuna.
Non si chiesero più cosa
fossero loro due insieme. Si
abbracciarono. E il sole nella pelle di lei e il vento nella pelle di
lui si fusero per divenire una cosa sola.
Erano musica...
abbracciarono. E il sole nella pelle di lei e il vento nella pelle di
lui si fusero per divenire una cosa sola.
Erano musica...
Diana Subashi - autunno 2011 (pubblicato nella raccolta "Lingua madre 2012")